Analisi Non Lineare Delle Tsunami

ASCE 7-16 ha stabilito un quadro per valutare la capacità delle strutture rispetto al carico da tsunami, consentendo l'uso di criteri basati sulle prestazioni e metodi non lineari. Una serie di articoli tra cui il lavoro di Petrone et al. [2017] e Baiguera et al. [2019] hanno presentato una metodologia che include l'analisi non lineare per la valutazione degli edifici da tsunami secondo le disposizioni delle ASCE 7-16 che è implementata in SeismoStruct.

Per l'esecuzione dell'analisi vengono utilizzate storie temporali predefinite di profondità e velocità dell'inondazione per calcolare la forza totale dello tsunami applicata all'edificio in ogni fase della cronologia. Le cronologie da utilizzare possono essere quelle fornite da ASCE 7-16 o diverse disponibili all'interno di SeismoStruct. La forza totale dello tsunami in ogni fase può essere calcolata utilizzando le relazioni fornite in ASCE 7-16 o nel lavoro di Petrone et al. [2017] e Foster et al. [2017]. L'analisi non lineare dello tsunami può essere eseguita in due fasi:

La prima fase comprende l'analisi Variable Depth Pushover (VDPO), durante la quale la forza totale dello tsunami ad ogni passo viene distribuita lungo l'altezza e la larghezza dell'area dell'edificio colpita dallo tsunami. La risposta dell'edificio viene calcolata in ogni fase in modo simile ad un'analisi di serie temporali non lineare. Al termine della fase VDPO (al termine delle fasi di analisi o per divergenza) l'analisi può facoltativamente passare alla seconda fase, l'Analisi Constant Depth Pushover (CDPO). Durante la fase CDPO la profondità dello Tsunami viene mantenuta costante e i carichi laterali vengono aumentati in modo monotono fino a quando l'edificio raggiunge un certo spostamento definito come una certa percentuale dello spostamento al termine dell'analisi VDPO. L'analisi CDPO è simile ad un'analisi pushover statica in controllo della risposta. Per una trattazione dettagliata delle procedure durante l'Analisi Nonlineare dello Tsunami gli utenti sono indirizzati al lavoro di Petrone et al [2017] e Baiguera et al. [2019].