Capacità di Deformazione (Eurocodici)

La capacità di deformazione di travi, pilastri e pareti strutturali è definita in termini di rotazione rispetto alla corda θ, cioè dell’angolo tra la tangente all’asse all’estremità dello snervamento e la corda che collega quell’estremità con l’estremità della luce di taglio Lv=M/V (= momento/taglio alla sezione di estremità), cioè il punto a momento nullo. Tale rotazione (rispetto alla corda) è anche pari al rapporto di spostamento della membratura, cioè, l’inflessione all’estremità della luce di taglio rispetto alla tangente all’asse all’estremità dello snervamento, diviso per la luce di taglio.

La capacità di deformazione di travi e pilastri è fortemente influenzata dalla mancanza di adeguati dettagli antisismici nell’armatura longitudinale, così come dalla tipologia di barre impiegate, siano esse barre lisce o/e di acciaio fragile lavorato a freddo. Uno sviluppo inadeguato delle sovrapposizioni lungo la lunghezza delle travi e l’altezza dei pilastri e un ancoraggio inappropriato all’interno dei nodi trave-pilastro può governare la risposta dell’elemento all’azione sismica, limitando drasticamente la sua capacità rispetto alla situazione in cui l’armatura è considerata completamente efficace. Vengono prese, quindi, in considerazione le limitazioni, sopracitate, sulla capacità deformativa.

I valori relativi al calcolo della capacità di deformazione sono calcolati da diverse espressioni a seconda del tipo di sezione: